Una comunità per immagini: Luca Rossetti e la raffigurazione del territorio della diocesi di Ivrea
Come Confraternita di Santa Croce, in collaborazione con il Liceo Botta e con la sponsorship del Rotary Club di Ivrea, stiamo organizzando nelle giornate 10 e 11 maggio 2024 un convegno su Luca Valentino Rossetti da Orta, un pittore che ha segnato la stagione tardo barocca ad Ivrea. In vista di tale evento pubblichiamo sul nostro sito una serie di questioni riguardanti la sua produzione artistica sulle quali – speriamo – si potranno avere novità e chiarimenti.
Il giorno 11 maggio sarà garantita a tutte le persone che lo desiderano la possibilità di ammirare nelle chiese di San Gaudenzio e di Santa Croce due importanti cicli di affreschi, veri gioielli realizzati dal pittore di Orta nella nostra città. Gli studenti del Liceo Botta garantiranno la funzione di “guide accoglienti” multilingue nelle due chiese.
Non potendo per ragioni organizzative aprire le porte a tutti gli edifici che ospitano altre opre di Luca Rossetti, si sta realizzando su di esse un filmato che consentirà di farle maggiormente conoscere ed apprezzare.
Una di tali opere- – pur senza supporti documentali, è entrata nel catalogo di Luca Rossetti. Si tratta degli affreschi che raffigurano la città di Ivrea posta sotto la protezione della Vergine Assunta e dei santi patroni assieme alla singolare rappresentazione dell’intero territorio della diocesi, occupando interamente le quattro pareti della grande sala di rappresentanza del palazzo episcopale.
Uno dei meriti – tra i tanti – che si devono a Monsignor Luigi Bettazzi, frutto della sua sensibilità storica ed artistica, fu l’aver dato il via al recupero di tale opera, all’inizio degli anni novanta del secolo scorso, quando fu rimossa la decorazione di gusto neogotico che l’aveva ricoperta.
Un importante studio degli affreschi, condotto indagando gli aspetti artistici dell’opera assieme alle informazioni che essa ci offre sulle vicende della diocesi, portò nel 1997 alla stesura del volume Il salone degli affreschi nel palazzo vescovile di Ivrea.
Da allora, stante l’autorevole saggio di Michela di Macco che funge da introduzione al volume, nessuno ha più messo in forse l’attribuzione al Rossetti della paternità dell’opera e la sua datazione in prossimità del 1751. Committente degli affreschi fu il vescovo Michele Vittorio De Villa, Con questa opera il presule volle esprimere il suo amore per il territorio canavesano, per la sua bellezza naturale, per le tante bianche chiese che lo punteggiano, e per la laboriosa serenità della sua gente. Non desiderò avere sulle pareti del salone una fredda raffigurazione cartografica della sua diocesi; ma volle piuttosto una sua vivida rappresentazione pittorica: una sorta di ‘traduzione’ per immagini della visita pastorale che lo impegnò per oltre un decennio, e volle che testimoniasse anche il suo impegno nel promuovere il ruolo ed il decoro delle parrocchie.
Sorprendentemente le chiese che osserviamo nell’affresco sono quasi tutte ben riconoscibili per le loro caratteristiche architettoniche ed evidenziano – non infrequentemente – recenti interventi che ne hanno cambiato, in stile barocco, l’aspetto.
È dunque una sorta di “elogio del buon governo” quello che le pareti affrescate esprimono: il governo pastorale in cui era impegnato Mons. De Villa ed il governo politico di Carlo Emanuele III di Savoia, nella ritrovata concordia tra i due poteri.
«Sulle pareti del salone si vede ora – scrive Michela di Macco – il territorio d’lvrea, dell’alto e basso Canavese fino a Chivasso e ai confini con la città di Torino. Si vedono le montagne azzurre sullo sfondo della Valle d’Aosta, i piccoli laghi. i percorsi d’acqua, le colline verdi del Canavese, gli attraversamenti viari. la disposizione ordinata delle essenze arboree. Si vedono nella loro aggregazione di edifici civili e religiosi le città maggiori, di Ivrea e di Chivasso, cinte di mura. ma anche di Rivarolo e di Favria, mentre tutti i paesi della diocesi sono rappresentati quasi esclusivamente per la presenza monumentale della chiesa principale. […] Il territorio appare governato dalla Chiesa e l’uomo vi è raffigurato in momenti della vita quotidiana: nobiluomini intrattengono colte disquisizioni; conversazioni all’aperto di dame, giovin signori e notabili : villici pastori e contadini che svolgono qualche lavoro; bambini che giocano; frati viandanti e cavalieri».