In vista del convegno su Luca Rossetti: La via Crucis presente nella chiesa di Santa Croce
Come Confraternita di Santa Croce, in collaborazione con il Liceo Botta e con la sponsorship del Rotary Club di Ivrea, stiamo organizzando nelle giornate 10 e 11 maggio 2024 un convegno su Luca Valentino Rossetti da Orta, un pittore che ha segnato la stagione tardo barocca ad Ivrea. In vista di tale evento pubblichiamo sul nostro sito una serie di questioni riguardanti la sua produzione artistica sulle quali – speriamo – si potranno avere novità e chiarimenti.
La prima questione che affrontiamo si riferisce alla Via Crucis presente nella chiesa di Santa Croce.
Sulle pareti della navata troviamo raffigurate le 14 stazioni della Via Crucis realizzate in parte ad affresco, in guisa di quadretti ovali con cornice dorata, in parte attraverso piccole tele delle stesse forma e dimensione, appese alle lesene in finto marmo che ornano la navata. Gli spazi occupati dalle stazioni create ad affresco indicano che esse furono realizzate contestualmente al ciclo pittorico eseguito da Luca Rossetti nel 1761 nel corso del suo secondo intervento nella chiesa. La data concorda con quanto, lodando l’opera, scrive nel 1763 il Robesti: «Negli anni scorsi si è eretta in detta chiesa la santa Via Crucis la qual serve […] altresì a maggiormente adornarla et li piccoli quadri che la rappresentano sono così bene espressi che inteneriscono li riguardanti»[1]
Pur in assenza di analisi approfondite da parte degli storici dell’arte, non ci sono ragioni per escludere che almeno le stazioni realizzate ad affresco, siano da attribuire anch’esse al pittore di Orta. Se nel complesso dell’apparato decorativo della chiesa siamo colpiti dalla teatralità e la grandiosità delle figure, ammiriamo qui, nella Via Crucis, la capacità di narrazione su piccola scala delle varie scene del doloroso percorso di Cristo.
Nulla risulta dalla documentazione pervenutaci sull’acquisto dei dipinti su tela destinati a completare le stazioni della Via Crucis. La scarsa propensione di Luca Rossetti per i lavori a cavalletto ed alcune incertezze esecutive possono far pensare all’intervento di qualche aiuto. È un fatto tuttavia che dal punto di vista iconografico si manifesti l’influenza di pittori di notevole grandezza come Federico Barocci la cui Sepoltura di Cristo (riprodotta in numerose stampe) viene fedelmente ripresa nella stazione XIIII[2].
- P.G. Robesti, Notizie storiche su Ivrea (1763), testo a stampa curato da di L. Colliard, Aosta, 1977, p. 84.
- Siamo debitori dell’osservazione al dott. Massimiliano Caldera, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.