Se per i dipinti murali della parete di fondo dell’area absidale – terminate le operazioni di preconsolidamento della pellicola pittorica, di asportazione delle efflorescenze saline, di lavaggio, di stuccatura, e le appropriate operazioni di ritocco condotte secondo le prassi del restauro conservativo – non sarà enfatico parlare di “restituzione all’antico splendore”, non così ottimistica può essere la previsione per gli affreschi delle pareti laterali e della volta, ove, oltre ad un più marcato decadimento della pellicola pittorica, si notano importanti irrimediabili cadute dell’intonaco. Sono purtroppo i guasti derivanti dalla umidità e dall’assenza di un restauro troppo a lungo rimandato, ché il degrado corre velocemente.
Concentriamoci qui sulla volta del coro cercando di immaginare come doveva essere appena eseguita. Viene ripresa l’idea, già presente nella navata, di un’apertura illusiva verso l’alto dei cieli: all’interno di una grande cornice polilobata, tagliata a metà dall’arco che separa le due campate del coro. Si librano nei due spiragli di cielo un maestoso angelo che regge un cartiglio (Fig. 1) e giocose figure di angioletti in volo (Fig. 2). Si avverte qui, come nella decorazione della volta della navata, l’influenza di Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino, al quale Luca Rossetti guardò sempre come un maestro.
L’angelo s’innalza maestosamente verso l’alto con indosso lievi vesti ocra chiaro e violetto; regge, sollevando il braccio destro, un grande cartiglio: un messaggio che, ahinoi, non riusciamo attualmente più a decifrare: ne sapremo di più dopo il restauro. La parte ancora visibile delle ali ha un colore scuro, segno forse di un’alterazione dei pigmenti impiegati per dipingerle.
Meglio conservata è la parte della volta nella seconda campata. Vi troviamo due angioletti in volo: creature dipinte mille volte da Luca Rossetti nelle raffigurazioni del paradiso o della gloria dei santi. Parlano tra loro ed uno dei due solleva un ramo di palma che nell’Apocalisse identifica la “schiera sterminata degli eletti” (Apocalisse, 7,9). Si tratta di una nota giocosa – che contrasta con le figure di putti meditabondi che vediamo nella fascia mediana delle pareti laterali: di esse parleremo in una scheda successiva.